poesie
Le seguenti poesie sono state scritte direttamente in italiano o tradotte dall'inglese.
Tutte sono state pubblicate in libri o riviste sia online che su carta.
Grazie di essere qui a leggere.
Buona lettura.
La seguente poesia è stata scritta nell'agosto 2020 dopo una ennesima morte nelle campagne. Il cosiddetto "caporalato" è un tema da me affrontato anche nel mio testo teatrale "Affondata sul lavoro". E' stata scritta in inglese, pubblicata sulla rivista internazionale Tint Journal, e pubblicata in italiano sul blog di Daniele Barbieri nel luglio 2022, grazie alla recensione di Sandro Sardella. Il poeta Michele Licheri ha così commentato: … silenzio. Lasciare che suoni la poesia e il suo racconto tragico. L’unico imperativo: andare a leggere questa Serena Piccoli che piccola non è. Aggiungiamo rotta a rotta mentre il mondo sprofonda; qualcuno saprà pur leggere le stelle e non smettere con la poesia.
IL SOLE BACIA I BELLI
Il sole bacia i belli.
E’ un detto italiano
dice.
3 euro all’ora, 12 ore al giorno
l’oro rosso brucia nelle orecchie
tra le dita, su per il culo
Raccoglie pomodori 7 giorni la settimana
chino e bruciato
schiatta d’infarto nella baracca
Gli stivali di fango rosso del capo
lo spingono giù dal burrone a mezzogiorno
prima di strappargli il misero pendente
Il sole bacia i belli.
Beato te.
Disse
https://www.tintjournal.com/poetry/308-the-sun-kisses-the-prettiest
https://www.labottegadelbarbieri.org/serena-piccoli-poesia-dincanto-schiaffo-di-luce/
https://www.forlitoday.it/eventi/affondata-sul-lavoro-spettacolo-serena-piccoli-3328829.html
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Col cuore sono vicina al popolo curdo, per questo ho scritto poesie e un corto teatrale "Leone curdo", che sta all'interno dello spettacolo teatrale "Non sono dove mi vedi".
La seguente poesia è stata scritta nel 2015, e letta per la prima volta al Caffè Pedrocchi (Padova) nel dicembre di quell'anno. E' stata pubblicata in antologie e riviste in italiano e in traduzione inglese.
Finché non finirà il massacro e l'oppressione di curde e curdi io continuerò a leggere questi miei testi.
Qui potete ascoltarmi e vedermi mentre la interpreto al Festival internazionale di poesia di Venezia (maggio 2023), La Palabra en el mundo: https://tinyurl.com/ydfksmu6
SHINGAL
alle donne curde che combattono il Daesh
“Sono fatti così loro”
“Le seviziano, ne fanno di tutti i colori loro”
3 agosto 2014 stupro sistematico e resa in schiavitù di 3mila donne yazide kurde.
Sui negozi di liquori che distruggono
scrivono con lo spray il nome del califfo
con addosso droghe e alcool.
Tutti noi in fuga sul monte Shingal,
privo d’acqua, cibo, riparo dal sole
privi del riparo d’Occidente.
Quassù l’unica pianta (piccola) ha rami diversi
come l’orrore NON è unica per tutti.
La solidarietà vola via verso New York, Madrid, Londra.
Alcuni umani sono più umani di altri.
“Succedono quelle cose lì da loro”
“È così da sempre da loro”
Anche qui da sempre nelle nostre case
lo zio morboso, il nonno strano,
il papà fa quelle cose, il prete allunga le mani.
Da noi.
Una donna islamica mutilata là ha meno dolore di una qua.
Alcune donne sono meno persone di altre.
Ho lasciato la Germania per tornare in patria.
Noi viviamo anche per le nostre defunte.
Ci siamo armate da sole, di filosofia e politica.
Non ci proteggete, ci autodifendiamo.
Fino a ieri dovevo stare a casa in attesa del matrimonio.
Come in attesa dell’Occidente.
Ho disteso la mia treccia sulla bara e ho salutato lei, la mia amica.
Ti lascio la rosa di quella pianta, piccola, del Shingal.
La rosa ha spine, non per attaccare,
ma per difendersi.
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La seguente poesia è stata scritta in inglese, qui nella mia traduzione in italiano, e apre il mio libro "gulp\gasp" pubblicato da Moria Poetry (USA) nell'autunno 2022 con prefazione di Adeena Karasick.
E' apparsa sulla rivista americana giallo lit e su Versante Ripido 2022 (cartaceo e online) con questo commento di Claudia Zironi: Serena Piccoli viene a redarguire, con severo sarcasmo, l’umanità per gli errori commessi e ne valida la meritata punizione – in una sorta di girone infernale autoprodotto dal peccato dell’arroganza della specie – che consiste nello scambiare in bocca la pioggia acida per miele.
È MIELE, TESORO!
Abbiamo ucciso tutte le Api.
Adesso – visto che siamo i meglio sulla terra
allo stesso momento una volta al mese
stiamo tutti all’aperto con la lingua fuori
a leccare una goccia di pioggia acida
e ci immaginiamo che sia miele
https://www.giallolit.com/serena-piccoli
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Le 3 seguenti poesie sono state scritte nell'autunno del 2023 e apparse su Milanocosa
https://www.milanocosa.it/anticipazioni/anticipazioni-serena-piccoli
La prima è una testimonianza vera di una casa amica, Angelina, nata nel 1946 nella campagna padovana. Ho sentito tante storie come le sue dai miei nonni, zii e vicini di casa. Ho voluto ricordare la fame e la povertà che molti in Italia hanno vissuto nel dopo guerra.
Le altre due sono state scritte il primo e il due di novembre 2023, mentre Gaza veniva bombardata a tappeto dall'esercito di Israele, pienamente libero e mai intralciato da altri stati o istituzioni, anzi sostenuto.
POENTA E TOCIO
all’amica Angelina Betto
6 vacche coi vitelli, 5 maiali, tanti campi
e sta bimbetta sulle rovine
Eravamo in affitto dal conte
perché la guerra ammazza i poveri, non i ricchi
e fa lavorare i bambini
A San Martino il conte batteva cassa
vendevo paglia, fieno, latte per pagare l’affitto
Spanna il latte
metti la panna nel fiasco
e sbatti
finché dentro diventa burro
di malinconia e allegria
Quanto battevo sto burro nel fiasco
pensando a Candido che passava – forse –
a prendermi in bici per la sagra
il vestito da festa ballava e puzzava di formaggio
la brezza dei campi, l’umido della libertà
il mattino dopo via in cucina
a fare il cibo giorno per giorno
pane burro zucchero latte
a colazione e a cena
non c’era altro
Angelina, metti il burro e il brodo col lesso nella scatola di legno
le campane scandivano il sole
e io ponevo la scatola di legno
sotto la pompa dell’acqua gelida
Per ricompensa la mamma mi faceva i tajoi
fino alla morte
sta crema con zucchero sopra che era il paradiso
mentre mescolava ricordava le nozze nel ‘42
in carrozza alla basilica del Santo
Il venerdì vendevo 10 uova per due etti di sgombro sott’olio
La tavolata grande come la nebbia
la polenta sul panaro la tagliavi col filo e lo sguardo
Poenta e sgombro, tutti assieme
tocia ea poenta e magna un toco de sgombro
tranne la mamma che mangiava solo polenta
La domenica, finalmente, uscivo con Candido.
A pranzo poenta e tocio. Puntuale come la fame.
La domenica, finalmente, uscivo con Candido. A pranzo poenta e tocio. Puntuale come
la fame. Parcheggiava la bici nel momento in cui mangiavamo i bussolà.
Quella bimba mingherlina tra compiti e formaggio
da vendere e da tenere per l’inverno
mentre il papà andava in bici in Lombardia e Piemonte
alle risaie per due mesi
per tornare con un sacco
di riso e fame
Abbiamo tanto lavorato
Abbiamo tanto pianto
Adesso sventolano giorni sereni
dopo che la povertà mi ha sfidata
perché la vita
na volta xè da latte
e na volta xè da ovi
*
SALVIAMOCI DA CHI DICE DI SALVARE IL MONDO
Il potente fa la lotta al male
il potente fa la lotta per il bene
viva il potente viva il potente
non è peccato uccidere animali umani
poiché privi di anima
è il potente, noi gli crediamo
poi come fosse niente
vince la lotta
perde il popolo
e noi gridiamo:
viva il potente viva il potente
1.11.2023
*
I FANTASMI DELLE PULCI
Mi hanno fatto vivere in un’adorabile illusione
dove a colazione mangiavo burro e ortica
davanti a me sorseggiavano la zuppa con sospetto
col divide et impera in mano
Mi hanno iniettato il veleno dell’estasi
credevo a ciò che dicevano
tenevano aperti orecchi e occhi
per evitarmi i pidocchi, certo
non muoverti\non parlare
muoviti e parla come dicono
come non ha fatto Assange
che ha dato e non verrà scordato
che tengono vivo e morto come il gatto di Schrödinger
E mentre corrompono e si nascondono
ci temono
tremano
sputacchiano il brodo grasso
siamo i loro intralci
pavimenti sollevati da radici
per vedere la fine
dei fantasmi delle pulci
2.11.2023
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La seguente è una poesia d'amore, scritta nell'agosto 2015 dopo aver sentito un concerto di tango, ballo nato a Buenos Aires. Come dice Ani Bradea, poeta e redattrice di Tribuna, la storica rivista nazionale rumena: "Questa poesia riesce a trasportarmi nell'atmosfera che c'è laggiù. Ci sono anch'io nel porto a guardare l'intera scena." La poesia è stata pubblicata in un'antologia dello storico gruppo letterario Formica Nera e su Tribuna.
SALUTI DA BUENOS AIRES
A Buenos Aires ogni uomo è solo e attende.
Un vecchio marinaio dall’occhio raggrinzito e il nero flaccido
arriva alle 6 ogni mattina
si siede sul molo e fissa cieco l’orizzonte di vele.
Sulla sedia arrugginita ricurvo e molle il corpo forte
non abbassa lo sguardo ondeggiante.
Lei non arriva neanche oggi
e alle 8 di sera mesto di crepe di sole se ne va muto.
Vado per sedermi sulla sedia
No! – una mano tesa mi ferma.
È la sua sedia!– lo sguardo teso non oso
ma noto un carillon muto sotto essa.
Gira. La Morocha gira.
Malinconica ragazza mora dal vestito viola.
Le ha composto un tango
ma non è più tornata
lei ch’ascoltava muta
e poi, giovane, è partita.
I turisti gli sorridono,
noi lo veneriamo come Dio dell’Attesa d’Amore.
Un’altra nave è giunta di frutta e cemento
un’altra salpata di carne e affari.
Cosa importa di onde senza alberi, corde di tango
orde di niente e sponde di fiumi?
A Buenos Aires sulla sedia decrepita
mi metto il tramonto in spalla
e ti canto dal porto.
https://tribuna-magazine.com/il-compasso/
Sempre su Tribuna, cartacea e online, è stata pubblicata anche la seguente poesia, Il compasso, che - assieme a Saluti da Buenos Aires, e Le scimmie ostinate - aveva raggiunto la posizione numero 23 (su 500 composizioni in gara) nella competizione poetica de La Recherche Premio il Giardino di Babuk, 2016.
IL COMPASSO
Lo zefiro delle mie mani accartoccia il tempo.
Sono pronta. Lo ero anche prima.
E prima del prima.
Sotto sussurri rosa di tremolii profumati
sei in me.
Tra archi di rami e volte di foglie
sono il vento del mandorlo
soffio la tua schiena di impaurite voglie.
Il compasso ruota. Come prima.
E prima del prima.
Gira calmo gli anelli di Saturno
sulla lettera d’amore che non osi inviarmi
io divento acciaio:
perduro e brillo per noi.
Lo zefiro nelle mie mani è il vuoto del tempo.
Nulla ruota senza te.
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La prossima poesia è stata scritta a fine febbraio 2022 ed è apparsa nel blog di Versante Ripido. Tradotta in inglese fa parte della nuova collezione poetica "gulp\gasp" in usciata in autunno 2022 pubblicata da Moria Poetry (USA) https://blog.versanteripido.it/versante-ripido-contro-la-guerra/
EUGENI E ROSTIK
a Svetlana
Eugeni ha da poco compiuto 18 anni.
Indossa la maglia di Ronaldo
gliel’ha mandata – tarocca – la mamma Svetlana
badante da 10 anni in Italia.
Vive con Carolina, 101 anni e mezzo
ogni pomeriggio ripete
la nebbia agli irti colli piovigginando sale
anche in estate.
Eugeni non vuole, ma presto gli toccherà.
È chiuso in casa con Rostik, suo fratello di 13,
tra milizie cecene e aerei russi a volo basso.
Dopo tanti anni invoca la mamma.
È bloccata in Italia
non può mandare soldi o cibo
non ci sono pullman sicuri per l’Ucraina.
Tra poco gli toccherà andare a combattere.
Rostik guarda i campi in fiamme
dovrebbe attraversarli
la libertà è in Polonia.
La nonna non fa che pregare il dio cristiano
senza ottenere beneficio.
Eugeni non riesce a concentrarsi su nulla,
solo a una cosa è giunto:
ci andrà
con la maglia di Ronaldo.
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